L’amicizia tra uomo e donna.

“Esiste l’amicizia fra uomo e donna?”
Cara Heidi, tu mi poni a tradimento una domanda allo stesso tempo semplice e complessa.
La semplicità è racchiusa nel “sì”. Sì in quanto esseri umani, con tutte le imperfezioni e le maestosità proprie di ogni relazione umana. Dunque si può essere amici fra uomo e donna nello stesso modo in cui si può essere amici fra uomo ed uomo e donna e donna.

La complessità emerge quando si cerca di chiarire cosa si intenda per amicizia e più specificatamente nel legame, ed eventuale interdipendenza, fra sessualità ed amicizia.
Vedi, io credo che il diffuso sentire sullo “scindere” il sesso dall’amicizia sia illogico ed antiumano – se con “umano” consideriamo ciò che è proprio dell’uomo in quanto specie. Dunque anche il sesso ed il desiderio.
Non riconoscere la tensione sessuale di fondo in una relazione uomo-donna significa non riconoscerne l’umanità, ovvero la natura umana, animale e, per chi crede, divina in quanto creature di Dio.
Ne consegue che le due possibilità, sesso ed amicizia, non si escludono. Né sul piano pratico (i “trombamici” esistono ed esisteranno sempre) né su quello teorico (detto in termini semplici: non è che appena vedo una donna le salto addosso).
Si potrebbe obiettare: se esiste questa tensione, come è possibile credere nella sincerità di un’amicizia intergenere?
A me, semplicemente, pare una domanda mal posta. Anzi, un non-problema. In tutti i rapporti umani si definisce, dichiaratamente o implicitamente, una serie di codici basati sulla fiducia e sull’empatia che divengono legem oralem et moralis in quello specifico rapporto. Se in esso è previsto l’approccio sessuale, in qualsiasi forma e misura lo si voglia, questo non inficerà l’amicizia.
Nemmeno la questione delle eventuali gelosie, a mio avviso, inficia il ragionamento. Gelosie fra amici ed amiche, fratelli, cugini, sono estremamente comuni. Se si teme che una persona possa, per gelosia, invidia o qualche altro sentimento negativo, tradire la fiducia che riponiamo in lui, basta non metterla a parte dei propri segreti, delle proprie debolezze, della propria vita intima.
Ma questo è un discorso “altro”, che si fa combaciare con la “questione sessuale” per semplice retaggio culturale sessuofobico.
Perché il sesso, come la danza ed il riso, sono intrinsecamente anarchici e liberatori, quindi del tutto invisi alle varie forme di potere, temporale e religioso, ed alle strutture sociali e culturali che costruiscono nello spazio e nel tempo.
Bacio, A.

 

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