Il coraggio delle caravelle.

Sto sulla cima dei miei pensieri, in bilico tra fantasia e realtà.
Con la mente misuro il potere del sogno, cercando di percepire il valore che ha per un essere umano la possibilità di concretizzare le idee.
Se ci pensate, è un miracolo puro: avere in testa qualcosa e crederci fino al punto che le energie del cosmo puntano esattamente al bersaglio come avresti voluto tu. Tutto tende ad una direzione: gli incontri, i fatti, gli accadimenti. Tutto. Come se ci fosse una forza misteriosa che, preso foglio e penna, disegna il letto dove far scorrere il fiume dei tuoi desideri.A me è accaduto qualche volta e la sensazione è stata indescrivibile. Forse la definizione corretta me l’ha passata un fornaio anarchico quando ha scritto sulla mia bacheca: “Sto in cima al mondo con le braccia aperte al vento”. Ecco, ho pensato. Questa è esattamente la sensazione di quando realizzi un sogno per cui hai lavorato duramente, con caparbietà e dedizione. Senti i polmoni pieni d’aria e i pensieri al vento. Proprio come fossi in cima alla vetta della tua fatica.A volte, durante la salita per un nuovo sogno, mi sono seduta su un masso ideale con le gambe incrociate e una spiga di grano in bocca, per osservare attentamente in che direzione stavo incanalando le energie del mio cosmo.

Ho così scoperto che i sogni danzano al ritmo del nostro pensiero.
Quando credo fortemente in un progetto, trovo lungo la strada i segni che mi invitano ad andare avanti con tenacia. Quando invece, al contrario, perdo smalto e grinta tutto si frantuma. I sì diventano no, le porte restano chiuse, le difficoltà aumentano di passo in passo. Ho concluso, dopo anni di onde anomale che se questo accade è perché, in quell’istante, mi relaziono senza il criterio corretto con l’Universo.

Ho scoperto che, ahimè, il sogno è come una banca: non ti dà credito se tu per primo non credi nel tuo progetto. Ho scoperto che il sogno chiede il meglio che un essere umano possa dare: tenacia, forza, grinta, intelligenza. Se non sei disposto a lottare per ciò in cui credi, lui stesso non ti accompagnerà nel cammino.
Ho scoperto che ognuno di noi può ambire al sogno, perché gli elementi fondamentali nella vita di un uomo sono equi: l’amore e la morte non fanno distinzione alcuna. Così è anche il sogno, a cui tutti possono naturalmente accedere.

Ho osservato il sogno, quello vero, fatto di lunghi percorsi e sacrifici per arrivare alla sostanza. L’ho osservato a lungo e in silenzio, con la mia spiga di grano in bocca. E ho capito che assomiglia un po’ a mio padre, che non mi ha mai regalato nulla, mettendomi alla prova per anni allo scopo di forgiare il mio carattere.
Il sogno sa come difendersi da chi non lo desidera appieno. Perché, a differenza dell’illusione, parte dal no e genera paura. A Cristoforo Colombo ha mostrato la profondità dell’Oceano, ai grandi condottiere la vastità della Terra, agli scienziati la complessità del Cosmo.
Chi ha realizzato il sogno? Mi sono chiesta. È semplice: colui che non si è fermato.
È arrivato chi ha pensato con grande coraggio che sì, l’Oceano è profondo ma è navigabile. Che la Terra è vasta ma è percorribile. Che il Cosmo è complesso ma è decifrabile.
È arrivato chi ha guardato oltre, chi ha accettato l’incognita, chi ha creduto prima di tutti gli altri in se stesso, chi dalla paura ne ha tratto la spinta necessaria per crescere, chi ha fatto del proprio limite una grande sfida. È arrivato chi ha creduto di poter essere migliore. Non il migliore. Ma migliore: migliore delle proprie debolezze, della propria fragilità, del proprio ineluttabile destino.
Questo è il potere del sogno: permette agli uomini di scoprire, di conoscere, di sperimentare.
Perchè il sogno non è nel mare, nel cielo e nella terra.
Il sogno è dentro di noi.
E l’Universo intero, come mi disse un giorno una sposa, complotta per la nostra felicità.

 

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