Al termine del viaggio.

Diciamo così: ci siamo davvero divertiti. No, di più. Ci siamo sentiti in famiglia.Quando si torna da un viaggio, c’è un momento in cui il retrogusto di ciò che si è visto e assaporato si fa sentire prepotente. Divertimento, gioia, risate, malinconia, rabbia, stupore. Tutta la gamma dei sentimenti e delle emozioni sale in superficie e per un istante si resta ad ascoltare mentre tutto sale a galla. Di questo viaggio ricorderò molte cose: la forza dell’Oceano, la gentilezza dei Bretoni, l’insalatina di razza e le ostriche, il sentimento di condivisione provato con Devid e Francesco, i miei eccezionali compagni di viaggio.
Ma ciò che non dimenticherò mai, sarà l’espressione del viso di Leena, dell’Ente del Turismo di Belle-Ile-en-Mer quando, arrivata con tutte le cartine e le informazioni riguardanti l’isola bretone, si è trovata spiazzata davanti alle nostre richieste. Ed ha riso, come una bambina a cui si chiede di giocare.Con Leena ci siamo trovati alle nove del venerdì mattina. Fuori è tutto come da programma: un vento di primavera che soffia increspando le onde dense dell’acqua, stormi di uccellini che cantano, mescolando la loro sinfonia al verso dei gabbiani, una sola automobile che passa lenta lungo la piccola strada che precede gli scogli.
Lei arriva puntualissima, con un sorriso accomodante e sincero.
Tra le mani ha la cartella stampa, gonfia di materiale per la stesura di un articolo. Con una voce morbida e gesti delicati, inizia a raccontarci l’isola, parlando di spiagge, paesaggi e la natura che detta legge, quando le viene il piglio.
Dopo cinque minuti che disegna cerchi sulla cartina, la fermiamo.
“In realtà, noi vorremmo parlare di quest’isola in modo insolito – spieghiamo -. Le fotografie e il video dovranno rappresentare l’anima bretone e mostrare una terra ideale per i viaggi di Nozze. Ci servono i paesaggi, ma soprattutto la gente…”
Leena ci guarda.
“Il progetto è questo: Heidi sarà il pretesto per parlare dell’isola. Racconteremo le caratteristiche di Belle-Ile-en-Mer associandole a lei, vestita in un vaporoso abito da sposa. La prima frase del video sarà “This is Heidi” inizia a spiegare Francesco.
“E la seconda?” chiede allora la donna, incuriosita.
“And this is her real name. Ci servono delle caprette. Le avete sull’isola?”
Silenzio. Poi Leena, sgrana gli occhi, rovescia la testa bionda indietro, e inizia a ridere. E ride, e ride. Si porta la mano alla bocca, si lascia andare sulla poltrona dell’Hotel, si asciuga le lacrime e poi ride di nuovo. Con gusto.
Noi tre ci guardiamo. È evidente. Abbiamo fatto centro. Leena ha capito in pieno, tanto che due minuti dopo cerchia dei luoghi in cui ci sarà da divertirsi. Sì, ci sono le caprette. Non fanno “ciao!”, ma vanno bene comunque. E ci sono molte altre cose: per esempio un Carnevale. Per esempio delle api, degli uomini che ballano, e anche un surfista disposto a darmi lezioni di ginnastica. E poi ancora c’è l’Oceano che vuole divertirsi con me, il vento di quest’isola magica, un marinaio, una colazione in terrazza e la luce calda e avvolgente della Bretagna.
Leena diventa una complice insostituibile e tutti gli abitanti partecipano al gioco come bambini. Ben presto gira la voce in tutta l’isola. “C’è un’italiana in abito da sposa!” dicono.
“E’ una sposa?”
“No! Sta solo giocando. Deve portare le immagini di quest’isola in Italia!”
“Ah, très bien!”
Très bien? Quando ci incontrano partecipano alle nostre idee con un entusiasmo che mi commuove. La disponibilità degli albergatori è al massimo. Riusciamo persino ad entrare in un Hotel con la SPA solo per girare cinque minuti di video, dove indosso un costume da bagno e sono a mollo in una vasca, con l’Oceano alle mie spalle. Zero opposizioni, nessuna resistenza. Solo una voglia di lasciarsi andare che ci spinge a trovare nuove idee, a creare situazioni inaspettate. E sorrisi a cascata.
Io sento l’anima vibrare e l’adrenalina entrare in circolo. Devid mi aiuta con la lingua francese, scatta fotografie baciate dalla luce, cerca le scogliere dove ha dipinto Monet. Francesco crea nuovi slogan e spunti per il filmato con una facilità disarmante, che riesce a coinvolgere tutti. Dice che ha registrato abbastanza, poi gira l’angolo e incontra un panorama a cui non resiste. In due secondi accende di nuovo la telecamera per raccogliere tutto ciò che può essere materiale prezioso. Qui signori miei, parliamo di Bellezza. E la Bellezza merita tutto il rispetto, l’attenzione e la dedizione del mondo.
Non ci fermiamo praticamente mai. L’abito da sposa in lino dorato e tulle vaporoso è la chiave d’accesso per l’anima di questa gente. Quando giriamo qualche scena in abiti casual, incontriamo la delusione. Come alla fattoria di Keroulep, quando Marie, la proprietaria, ci è venuta incontro con grande entusiasmo per vedere l’abito da sogno e si è ritrovata Heidi con i pantaloni ed il cappottino. Allora ci ha guardato, con aria dispiaciuta ed ha chiesto spiegazioni davanti alle nostre espressioni di sorpresa.
“E l’abito?” ci ha chiesto.
Mortificati, glielo abbiamo mostrato in fotografia. Lei non parla, solo dischiude le labbra in un sorriso. Poi chiama le figlie. Vuole che vedano, che sognino con lei.
Che meraviglia, i bretoni!Ecco, alla fine del viaggio questa è la mia sensazione, il mio retrogusto personale: la meraviglia, lo stupore. Per ciò che ho visto, conosciuto, provato e sperimentato. Dire che è un viaggio che vi consiglio, è ancora poco. Il punto è che io a Belle-Ile-en-Mer vorrei avere una seconda casa. Per immergermi in quella luce dorata quando ne ho voglia. Per appartenere ad una natura ancestrale e selvaggia. Per sentirmi un po’ bretone nei giorni in cui un ballo celtico è il motivo che più mi rappresenta.
Una cosa ho imparato in quest’isola d’incanto. Che se sei bretone, se sei “breizh”, devono appartenerti essenzialmente tre qualità: la libertà, il rispetto profondo per la natura e l’amore per la Bellezza. E anche una buona birra, di quelle prodotte sull’isola.

Ringraziamenti.
Grazie al Turisme Bretagne (www.bretagna-vacanze.com) e all’Office de Tourisme de Belle-Ile-en-Mer (www.belle-ile.com). A Leena e alla sua grande disponibilità e professionalità. Al proprietario del piccolo albergo L’Aubergerie di Belle-Ile-en-Mer, per essersi prestato nelle vesti di marinaio, al personale dell’Hotel du Gran Large, per l’elasticità e la cordialità. Grazie all’omino delle api, ai ragazzi incontrati per caso sulle strade dell’isola, a chi ha voluto divertirsi con noi, al direttore di Castel Clara (hotel-belle-ile.com). Grazie ai suonatori di musica bretone, a Marie Aillet della fattoria di Keroulep. Infine, un grazie speciale va all’Ente per lo Sviluppo del Turismo Francese (www.franceguide.com) che ci ha coinvolto in questo meraviglioso viaggio. Naturalmente, un grazie speciale va anche a Devid Rotasperti (www.devidrotasperti.com), a Francesco Ariemma di Movie in White (www.movieinwhite.com) e a Mauro Adami, il creativo dell’azienda Domo Adami (www.domoadami.com).

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