Un matrimonio sulla spiaggia!

“Ciao Heidi! Che bello vederti… ” esclama lei.
Fermi sulla porta d’entrata dell’hotel Serena e Giacomo mi sorridono stringendomi la mano. Un’energia contagiosa mi travolge. Percepisco immediatamente del feeling, quella sorta di empatia che arriva come un dono inaspettato, come regalo per chissà quale fortuna. È evidente che non mi sarà difficile conoscerli meglio e che questa mattina la conversazione sarà profonda e sincera come lo può essere solo un discorso tra amici di vecchia data.
Infatti, davanti a tre caffè fumanti comincia la nostra conversazione. Esattamente, inizia con una frase seguita da una fragorosa risata femminile.
“Che dire? La nostra vita, fondamentalmente, è sempre sull’orlo del precipizio! Lo sai? Sono da sempre la pioniera del toy-boy, visto che Giacomo ha quattro anni in meno di me!”
“Oh, ma questa storia del toy-boy la devi raccontare sempre a tutti?”
“Certo! È la verità!”
Non posso trattenermi dal sorridere.
Ed è solo l’inizio! Perché in brevissimo tempo, grazie al flusso di parole in cui Serena mi travolge con fresca e briosa spontaneità, potrei uscirci a pranzo dopo soli cinque minuti: lei è una romantica eroina cresciuta dall’affetto dei nonni e diventata donna grazie alla determinazione di sua madre “che non ha mezze misure ed ha la leggerezza di un carro armato”. Lui, invece, è un uomo tutto d’un pezzo che, ad un certo punto della vita, si è trovato davanti ad un bivio ed ha scelto di diventare la persona splendida che è.
Li osservo mentre sgomitolano la loro vita rocambolesca, ricca di aneddoti divertenti e lotte furiose per guadagnarsi un posticino in questo mondo. Serena si racconta con entusiasmo, ha il luccichio negli occhi e il viso disteso quando un ricordo la solletica. Racconta di tutto e spesso tocca a Giacomo fermarla, correggerla ed aggiustare la versione dei fatti.
Sono stupendi.
La storia di Serena e Giacomo inizia in una calda giornata d’autunno quando, su consiglio di un’amica, la ragazza si affaccia dalla finestra ad oblò della Facoltà di Economia e Commercio per osservare le matricole del nuovo anno accademico.
Occhi azzurri appiccicati in un moto di pettegolezzo al vetro, Serena inquadra il volto di un ragazzo che coincide con il suo ideale di bellezza e le fa lavorare l’immaginazione.
Il volto, naturalmente, corrisponde a quello di Giacomo il quale, poveretto, non ha la più pallida idea dei pensieri femminili che gli svolazzano intorno, sfiorando i suoi tratti da almeno cinque minuti.
E così, come nelle migliori battaglie medievali, Serena prepara il suo attacco nel silenzio e nell’ombra elaborando il suo primo vero planning di marketing strategico.
Serena sa perfettamente dove vuole arrivare e quale obiettivo colpire. Non deve perciò stupire la riuscita dell’impresa, tanta è stata la determinazione e la sicurezza di mezzi con cui ha affrontato il discorso. L’aspetto interessante di tutta questa vicenda è che, per la prima volta, Serena capisce l’utilità della sua scelta universitaria. Ciò non deve destare stupore se pensate che la ragazza ha scelto la Facoltà di Economia e Commercio ad Ancona non certo per la sua nomea, né per l’interesse verso materie di indubbia bellezza. Più di tutto è valso quel poetico tratto ferroviario che da Pesaro costeggia la linea del mare, seguendola come un’amante discreta.

(tratto da “Un matrimonio sulla spiaggia”, ed. Arpanet)

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